Percorso Professionale
Mi occupo di manipolazioni psicologiche nei gruppi dalla fine degli anni ’90, tra attività di studio e di volontariato. Ho elaborato la mia prima tesi in Scienze dell’Educazione con una ricerca sull’Educazione e socializzazione in un gruppo manipolativo, che a quel tempo era ancora attivo. Successivamente, nei primi anni 2000, ho aperto a Udine un centro di aiuto con l’associazione SOS Abusi Psicologici (https://www.sosabusipsicologici.it) per sopravvissuti di gruppi manipolativi e per le loro famiglie.
Negli anni mi sono occupata anche di mobbing, avviando tre “Centri di prevenzione, sostegno e aiuto in materia di molestie morali e psicofisiche e fenomeni vessatori e discriminatori nell’ambiente di lavoro”, accreditati dalla Regione Friuli Venezia Giulia, a Udine, https://www.antimobbingud.it; Pordenone https://www.antimobbingpn.it; e Gorizia https://www.antimobbinggo.it
Ho presentato il fenomeno della manipolazione psicologica nei gruppi al Consiglio Regionale della Regione Friuli Venezia Giulia, che si è mostrato molto sensibile alla tematica approvando, nel 2012, la Legge Regionale 11/2012 “Norme per il sostegno dei diritti della persona e la piena libertà intellettuale, psicologica e morale dell’individuo”, primo firmatario l’Assessore Roberto Asquini
https://lexview-int.regione.fvg.it/fontinormative/xml/xmlLex.aspx?anno=2012&legge=11&fx=lex .
Si tratta di una norma che, in assenza di una legge che colmi il vuoto normativo sulla manipolazione psicologica, ha avuto il merito di supportare l’avvio di centri di ascolto con personale qualificato dove è possibile trovare un aiuto specialistico, sia per i sopravvissuti che le loro famiglie. Per questa legge, insieme all’Assessore Asquini, ho ricevuto il premio dell’ICSA (INTERNATIONAL CULTIC STUDIES ASSOCIATION, https://www.icsahome.com), in onore a Herbert L. Rosedale, “in riconoscimento della leadership per l’impegno a preservare e tutelare la libertà individuale“.
Nel 2012 sono stata invitata a far parte della Radicalisation Awareness Network, RAN, un’organizzazione ombrello creata dalla Commissione Europea all’indomani della strage ad Oslo e all’isola di Utøya in Norvegia, per mano di un terrorista neonazista, in cui morirono tante giovani vittime. I lavori della RAN si sono chiusi nel 2024 lasciando il posto all’attuale EU KNOWLEDGE HUB, che ne continua le attività di sensibilizzazione e formazione.
Nel frattempo, mi sono laureata anche in Psicologia magistrale, concludendo gli studi con una ricerca sulla valutazione dell’abuso psicologico in gruppi manipolativi.
Nel 2016 ho avuto l’onore di partecipare alla Commissione radicalismo jihadista presso Palazzo Chigi, sotto la direzione del Prof. Lorenzo VIDINO, con sui si realizzò uno studio sul tema della radicalizzazione jihadista in Italia.
Dal 2017 mi occupo di prevenzione della radicalizzazione violenta, che vede sempre più spesso il coinvolgimento di giovanissimi che sul web incontrano persone e/o gruppi che diffondono ideologie violente di matrice diversa, incitando all’odio e all’azione aggressiva verso specifici target.
Nel 2018 ho iniziato il mio Dottorato di ricerca in Psicologia Clinica e della Salute presso l’Università Autonoma di Madrid, con una ricerca sulle strategie manipolative utilizzate da gruppi violenti.
In questo fil rouge che ha accompagnato il mio interesse professionale, ho approfondito alcune aree contigue, come ad esempio la pratica di terapie alternative che alcuni gruppi utilizzano in modo bizzarro inducendo i loro seguaci, in alcuni casi, ad abbandonare percorsi di medicina ufficiale per affidarsi alle loro cure. È stato molto utile formarsi sul tema attraverso il corso di Alta formazione in Sociologia della Salute e Medicine Non Convenzionali, nella Facoltà di Sociologia di Bologna.
Un altro approfondimento che ho ritenuto estremamente utile è stato il Master in Mediazione Familiare presso l’Università di Verona, molto attinente ai nostri temi quando i genitori si separano a causa dell’adesione ad un gruppo manipolativo. Non sono rari in questi casi fenomeni di alienazione genitoriale, in cui il genitore non convivente e la sua famiglia di origine vengono completamente estromessi dalla vita del proprio figlio.